Quando un lavoratore si ammala, la legge prevede che il datore di lavoro sia tenuto a pagare una indennità di malattia per un periodo massimo di 180 giorni. Ma cosa succede se la malattia dovesse protrarsi oltre questo periodo? Scopriamo quali sono le conseguenze e come affrontare la situazione.
Cosa prevede la legge?
Secondo la legge italiana, un lavoratore ha diritto ad una indennità di malattia per un periodo massimo di 180 giorni. Dopo questo periodo, la malattia non viene più pagata, né dall'Inps né tantomeno dal datore di lavoro. Anzi, qualora la malattia dovesse protrarsi per molto tempo, il lavoratore potrebbe essere licenziato per giusta causa.
Cosa fare in caso di malattia prolungata?
In caso di malattia prolungata, il lavoratore ha diritto ad una indennità di disoccupazione. Per ottenere questa indennità, il lavoratore deve presentare una domanda all'Inps. La domanda deve essere accompagnata da un certificato medico che attesti la malattia e la sua durata. Una volta presentata la domanda, l'Inps valuterà la situazione e deciderà se concedere o meno l'indennità.
Cosa succede se un lavoratore supera i 180 giorni di malattia? Se un lavoratore supera i 180 giorni di malattia, il datore di lavoro può decidere di licenziarlo. Tuttavia, il datore di lavoro deve prima seguire una procedura specifica, che prevede l'invio di una lettera di avviso al lavoratore e la possibilità di presentare una difesa. Per saperne di più su come affrontare una situazione del genere, clicca qui . Se invece vuoi sapere come presentare te stesso in una situazione di lavoro, clicca qui .
Cosa succede se il lavoratore viene licenziato?
Se il lavoratore viene licenziato per giusta causa a causa della malattia, ha diritto ad una indennità di disoccupazione. Per ottenere questa indennità, il lavoratore deve presentare una domanda all'Inps. La domanda deve essere accompagnata da un certificato medico che attesti la malattia e la sua durata. Una volta presentata la domanda, l'Inps valuterà la situazione e deciderà se concedere o meno l'indennità.
Cosa succede se il lavoratore non viene licenziato?
Se il lavoratore non viene licenziato, ha diritto ad una indennità di malattia. Per ottenere questa indennità, il lavoratore deve presentare una domanda all'Inps. La domanda deve essere accompagnata da un certificato medico che attesti la malattia e la sua durata. Una volta presentata la domanda, l'Inps valuterà la situazione e deciderà se concedere o meno l'indennità.
Conclusione
In caso di malattia prolungata, il lavoratore ha diritto ad una indennità di disoccupazione o di malattia. Per ottenere questa indennità, il lavoratore deve presentare una domanda all'Inps. La domanda deve essere accompagnata da un certificato medico che attesti la malattia e la sua durata. Una volta presentata la domanda, l'Inps valuterà la situazione e deciderà se concedere o meno l'indennità.
Per maggiori informazioni sulla malattia e su come affrontare la situazione, vi consigliamo di consultare il sito dell'Inps o di contattare un consulente del lavoro .
Domande Frequenti
Dopo i 6 mesi la malattia non viene più pagata, né dall'Inps né tantomeno dal datore di lavoro. Anzi, qualora la malattia dovesse protrarsi per molto tempo, questo potrebbe persino recedere unilateralmente il contratto, disponendo il licenziamento per malattia.
Cosa succede se superi i 6 mesi di malattia?
Dunque, decorso il periodo dei 6 mesi, un lavoratore non riceve più l'indennità di malattia né dall'INPS, né dal suo datore di lavoro. Anzi, c'è una possibilità ancora peggiore: il datore di lavoro potrebbe addirittura decidere di licenziare il dipendente.
Chi paga dopo 180 giorni di malattia?
Per capire come viene retribuito il dipendente bisogna chiedersi “chi paga i primi 3 giorni di malattia e i successivi?” Nei primi 3 giorni di malattia l'indennità è corrisposta dal datore di lavoro, in seguito, dal 4° al 120° giorno il danaro arriva dall'INPS.
Quando si azzerano i 180 giorni di malattia?
Se il Ccnl prevede un periodo di comporto secco pari a 180 giorni, ciò significa che se il lavoratore Tizio è assente per malattia per 170 giorni e il 171° giorno rientra al lavoro, il periodo di comporto si azzera.
Come funziona la malattia dopo 180 giorni?
Il lavoratore che supera, nell'anno solare, 180 giorni di malattia, anche con più periodi, non ha più· diritto, per lo stesso anno, all'indennità.
Come funziona la malattia? Quanto si viene pagati e cosa deve fare un lavoratore?
Trovate 39 domande correlate
Cosa fare dopo 6 mesi di malattia?
Dopo i 6 mesi la malattia non viene più pagata, né dall'Inps né tantomeno dal datore di lavoro. Anzi, qualora la malattia dovesse protrarsi per molto tempo, questo potrebbe persino recedere unilateralmente il contratto, disponendo il licenziamento per malattia.
Quando si rischia il licenziamento per malattia?
Il Codice Civile prevede che il datore di lavoro possa licenziare il dipendente nel caso in cui l'assenza dovuta a malattia si estenda oltre al periodo di comporto previsto dalla legge, dal relativo CCNL o da accordi tra le parti.
Cosa succede se supero il periodo di comporto?
Una volta superato il periodo di comporto il datore di lavoro può ancora procedere al licenziamento anche qualora il lavoratore rientri in servizio poiché l'accettazione della prestazione non comporta rinuncia al potere di recesso.
Quanto tempo si può stare a casa in malattia?
La durata del cosiddetto periodo di comporto viene definita dalla contrattazione collettiva applicata ed è generalmente quantificata in 180 giorni per anno civile. In ogni caso, il periodo di assenza dal lavoro per malattia è inoltre computato nell'anzianità di servizio del lavoratore.
Quanti mesi di malattia si possono fare in tre anni?
1) 8 mesi: nel caso in cui il dipendente abbia fino a 3 anni di anzianità di servizio; 2) 10 mesi: nel caso in cui il dipendente abbia fino a 6 anni di anzianità di servizio; 3) 12 mesi: nel caso in cui il dipendente abbia oltre i 6 anni di anzianità di servizio.
Chi viene licenziato per malattia ha diritto alla disoccupazione?
Naspi e malattie invalidanti
Il lavoratore che di colpo si trovi a doversi licenziare per una sopraggiunta malattia invalidante non può percepire la Naspi o disoccupazione perché - come dice la legge - il licenziamento deve provenire dall'azienda e non dal lavoratore.
Come licenziare un dipendente in malattia?
Licenziamento durante la malattia: per giusta causa
Il dipendente in malattia può essere licenziato a patto che i motivi alla base del recesso non riguardino il perdurare dell'assenza, ma una sua condotta talmente grave da non consentire la prosecuzione provvisoria del rapporto.
Quando la malattia non rientra nel comporto?
invalidanti sono esclusi dal computo dei giorni di assenza per malattia, oltre ai giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital anche quelli di assenza dovuti alle conseguenze certificate delle terapie. Pertanto per i giorni anzidetti di assenza spetta l'intera retribuzione.
Quante volte si può prolungare la malattia?
Quante volte si può prolungare la malattia? Addirittura, il medico fiscale può passare due volte nell'arco della stessa giornata. Ma procediamo per ordine, e vediamo, in caso di malattia, come prolungare l'assenza dal lavoro.
Quanto incide la malattia sulla disoccupazione?
I periodi di malattia vanno neutralizzati ai fini dell'accesso al sostegno contro la disoccupazione in quanto ininfluenti, e determinano un ampliamento del quadriennio di riferimento.
Che tipo di licenziamento per superamento periodo di comporto?
Il licenziamento per superamento del periodo di comporto è assimilabile non già ad un licenziamento disciplinare, bensì ad un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, causale di licenziamento cui si fa riferimento anche per le ipotesi di impossibilità della prestazione, riferibile alla persona del lavoratore, ...
Quando il datore di lavoro può licenziare?
Il datore di lavoro può procedere a licenziare per motivi legati a crisi aziendale o ad un cambiamento nell'organizzazione del lavoro. Per esempio, in caso di calo nella produzione che mette in crisi l'azienda, il datore di lavoro, dimostrando di migliorare la situazione dell'azienda, può licenziare il lavoratore.
Quanto può durare la malattia Inps?
La malattia Inps, tuttavia, ha una durata massima prevista dalla legge pari, per gli operai del settore industriale e per gli operai e impiegati del settore del terziario e dei servizi assunti con contratto a tempo indeterminato, a 180 giorni nell'anno solare.
Chi soffre di depressione può essere licenziato?
Con la sentenza n. 9647 del 13.04.2021, la Cassazione afferma che è illegittimo il licenziamento irrogato al dipendente che esce di casa durante l'assenza per malattia causata da un disturbo depressivo, dal momento che detta condotta non è incompatibile con la patologia e non pregiudica il recupero dalla stessa.
Quanti certificati di malattia si possono fare in un anno?
Solo i primi 18 mesi possono essere frazionabili e retribuiti in base alla durata delle assenze per malattia. I secondi 18 mesi invece sono non frazionabili e apparecchiati come periodo di aspettativa non retribuita.
Quali sono le giuste cause per essere licenziati?
I motivi più frequenti riconosciuti come giusta causa di licenziamento sono:
- Falso infortunio e falsa malattia del dipendente;
- Violazione del patto di non concorrenza;
- Scorretto uso dei permessi per ex legge 104/92;
- Falsa timbratura del cartellino;
- Perdita dei requisiti CIG (Cassa Integrazione Guadagni);
Quali malattie non sono soggette a visita fiscale?
Quali sono i casi di esonero alla visita fiscale INPS?
- Malattia connessa all'esistenza di una patologia grave che richiede cure salvavita;
- Infortunio sul lavoro e malattia professionale;
- Malattia correlata a un'eventuale invalidità o menomazione del dipendente pari o superiore al 67%.
Come rientrare al lavoro dopo una lunga malattia?
Il lavoratore (con mansione soggetta a Sorveglianza Sanitaria) assente da lavoro per motivi di salute, a causa di malattia o infortunio, per una durata superiore a 60 giorni continuativi, deve svolgere una visita medica di idoneità specifica alla mansione, prima di poter riprendere la sua attività in totale sicurezza.
Come si calcolano i 18 mesi di malattia?
Secondo il calendario “comune” i 18 mesi (1 anno e mezzo) corrispondono a 548 giorni, considera infatti l'anno di 365,25 giorni (12 mesi, aggiungendo la parte decimale considerando ogni 4 anni l'anno bisestile) + 183 giorni (365:2=182,5 che per eccesso è 183).
Quando il medico fiscale non ti trova a casa?
Il medico, comunque, comunicherà l'assenza all'Inps, che dovrà comunicarla, a sua volta, al datore di lavoro. Se il giorno dopo, il dipendente non si presenta in ambulatorio, dovrà presentare una giustificazione per l'assenza, entro 10 giorni. In caso contrario, ci sono delle sanzioni.